Diario di viaggio - Indocina

Luang Prabang

 

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Vientiane Vang Vieng Luang Prabang Il resto del viaggio...

Svegliatici a Vang Vieng abbiamo detto addio alla famigerata pista d' atterraggio ....ci siamo messi ad aspettare l'autobus ai bordi della strada, una rapida colazione (lattina di caffé freddo) e finalmente arriva il nostro autobus per Luang Prabang...panico!!! E' già stracolmo di gente, mercanzie, bagagli di gente che arriva dalla capitale; i nostri zaini vengono sistemati sul tetto, noi invece nella fila centrale del corridoio con sedie in plastica, due verso il davanti, io in fondo...appena accomodato un elegante Signore seduto con sua sorella (una donna che gli somigliava) mi ha offerto una sigaretta, non l' ho accettata perché è vietato fumare, ma lui se ne sbatteva...alla fine anche in Laos ci sono molte regole ma tutto è rilassato....

Se da Vientiane a Vang Vieng è stata una passeggiata, non si può dire lo stesso del viaggio per Luang Prabang. Pronunciato da me così come scritto il nome ha suscitato l' ilarità del mio distinto vicino di viaggio: si dice Luan Frbang ; il tipo di tanto in tanto si accendeva una sigaretta, mi ha offerto anche una banana poi ha preteso la buccia per gettarla dal finestrino, simpatico lui e sua sorella; brillante, intratteneva tutta l'area dei sedili posteriori con battute esilaranti....mi piange il cuore di non aver potuto cogliere a pieno questo umorismo per via delle barriere linguistiche...quando ho estratto la guida della Lonely (bibbia per molti), il tipo ha voluto vedere la copertina illustrata con la foto di un monaco che sorride da una finestra socchiusa; ha battuto la mano sopra l' immagine dicendo una parola rivolto a tutti e tutti sono scoppiati a ridere (però muoio ancora dalla curiosità di sapere ciò che ha detto....); il tipo sul seggiolino di plastica dinnanzi a me invece barcollava vistosamente urtando di tanto in tanto il sottoscritto e gli altri vicini....tutto ciò in una dimensione di scomodità inimmaginabile per i nostri canoni, per di più nella seconda metà del viaggio sono incominciate le soste per raffreddare il motore a secchiate d' acqua....una strada tutta a tornanti, ogni tanto qualche villaggio, ossia case di legno disposte lungo i bordi della strada; e su queste strade quante figure umane di tutte le età, tutti intenti a lavori rustici come portar fascine, attrezzi, animali; dove sgorga dell' acqua sovente si vedono donne pudicamente vestite lavarsi attorniate da bambini anch' essi a guizzare nell' acqua; a volte invece il paesaggio è invaso dal fumo di campi bruciati. Dopo 8-9 ore giungiamo finalmente a Luang Frbang, prima di fare gli sbattimenti per la sistemazione ci fermiamo a mangiare in un locale della polverosa stazione. Spariamo un paio di nomi di guesthouses ad un conducente di tuk-tuk ma sono già piene; ci affidiamo al caso e finiamo per sistemarci in una guesthouse in riva al fiume; molto spartana ma accogliente la nostra locanda chiude alle undici e mezza, usciamo subito allora, lungo il fiume: la solita birra, quattro stronzate giusto per tirare più tardi possibile...riusciamo a rientrare cinque minuti in ritardo...

La mattina successiva ci alziamo con la consapevolezza di poter stare solo un giorno intero a Luang; non riusciamo ad andare in Vietnam da qui, occorre tornare nella capitale. Sono imperdibili alcuni templi a Luang Prabang, c' è anche un museo; ogni guesthouse organizza trasferimenti per escursioni. Un ragazzo italiano ormai di casa ci suggerisce di non perderci le cascate e così nel giro di quaranta minuti dopo la colazione ci troviamo ad aggregarci ad una comitiva di una decina di persone eterogenee per un taxi collettivo alle cascate. Nel giro di 40-50 minuti, percorrendo uno sterrato polveroso arriviamo a questa oasi naturalistica; il gruppo si sparpaglia, noi risaliamo le rocce alla ricerca di vasche per bagnarci e ne troviamo di belle. Alla sommità della cascata: un plateau di natura selvaggia.
 

Poco frequentato il posto; c'è anche un turismo locale, ma la quantità di gente in giro per il parco è veramente esigua...ci sono le strutture per la ristorazione ma siamo gli unici ad usufruirne; c'è anche un cucciolo di tigre a fare bella mostra all' ingresso del parco (dicono che era orfano, dicono....); ci facciamo anche una pennichella sulle panchine; alle quattro e mezza il nostro autista è già tornato e il branco di gitanti si ricompone...la giornata è volata, siamo già davanti alla guesthouse per goderci un tramonto spettacolo.

Certo che girano veramente le ualle ad andare così di fretta; Luang Prabang avrebbe almeno meritato tre giornate intere per vedere cose a sufficienza...Vediamo di ripiegare come consolazione sul cibo; camminiamo quindi lungo il fiume e scorgiamo un ristorante locale in cui non ci sono turisti. L' oste serve una marmitta di verdure fresche ed una piastra elettrica o a carbonella posizionata al centro della tavola; arriva poco dopo un vassoio a testa con della carne tenera che ognuno per suo conto deve porre a rosolare sulla piastra...concludiamo la serata con una birra in un locale all' aperto sul fiume dove ci si sdraia su stuoie....

Da Luang Prabang a Vientiane (22-03-2002)

Ci siamo svegliati presto per non rischiare di perdere il bus...potevamo svegliarci due ore dopo; salutiamo chi ci ha ospitati e attendiamo fino alle 13 la partenza del bus delle 11:30. Ci accaparriamo subito dei posti tattici, dove poterci allungare comodamente; una signora si è già piazzata sull' unico sedile-letto che c'è...sempre a pullman fermo sale una famiglia di contadini ognuno con in mano animali o vegetali. Fanno per sedersi nella nostra zona ma una signora li caccia malamente con un gesto come dire :"andate in fondo che ce n'è di posto..."; solo quando il bus è pieno si parte. Abbiamo rivisto tutto il paesaggio appena percorso due giorni prima; stavolta che ormai sono ambientato al Laos fumo anch'io sigarette sull' autobus quando ne ho voglia...il viaggio si è solo interrotto per due pause e siamo arrivati a Vientiane alle 11 e mezza di sera...durante le ultime mezz' ore di viaggio notavo un uomo di statura robusta osservarci con una certo fare da agente in borghese; tutte le volte che mi giravo era lì, vigile; arrivati, mentre i taxisti pressavano per accalappiarci lui origliava dove fossimo diretti, poi spudoratamente si è messo a domandare ai conducenti la nostra destinazione (il tipo sapendo che venivamo da Luang avrà sospettato erroneamente che ci fossimo riforniti di oppio); costoro nonostante la nostra insistenza si sono rifiutati di portarci; ce la teliamo quindi prima che il tipo salti fuori con un tesserino da pulotto; percorriamo un tratto a piedi poi fermiamo un tuk-tuk che ci porta alla Syris guesthose; il nome è uguale ma si tratta di un' altra guesthouse....va bene lo stesso specie all' ultimo momento quando scopriamo di essere seguiti da una moto della polizia; hanno fatto accostare il mezzo, ci aspettavamo di essere perquisiti o per lo meno di dover mostrare i documenti; no, invece; hanno solo verificato la licenza del taxista; quanto a noi il giovane in divisa ci ha chiesto "where are you from?", "Italy" ho risposto; "Ah, Italy!" mi ribatte con un sereno sorriso...ci salutiamo; gli sarebbe piaciuto continuare la conversazione, si vedeva che era soddisfatto di essere riuscito a farsi capire; tutti i giovani del Laos vorrebbero parlare inglese per poter conversare con noi che visitiamo il loro paese; vorrebbero sapere come viviamo a casa nostra e tante cose del genere, ma se c'è una cosa che tutti conoscono dell' Italia quella è il calcio. Da che parte dell' Italia? Milano? Milan o Inter? E' quest'ultima domanda che ci sentiremo porre sempre più spesso durante il nostro viaggio....
 

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