Messico in famiglia

12-15/08/2004: Puerto Escondido

Puerto Escondido ci accoglie con un caldo indescrivibile: per noi che si viene dai 2000 e passa metri dell’altipiano, e da una notte con l’AC del pulmann, l’impatto con il caldo umido della costa del Pacifico è terribile. E forse a causa dello shock termico commettiamo l’errore (oltre che per un’errata informazione della Lonely Planet che indica un’inesistente rivendita biglietti anche in città), di non prenotare i posti sul bus per la tappa successiva: infatti il giorno dopo il pulmann che avevamo deciso di prendere è già tutto occupato. Non è un dramma: in fondo un giorno in più a Puerto si passa più che volentieri. Tra l’altro l’albergo scelto è veramente ottimo: l’Hacienda Revolucion (ha un sito internet), gestito da una simpatica signora di Verona, con il suo giardino tropicale, le camere fresche per i muri spessi ed il riparo dai raggi del sole garantito dal patio antistante, i bagni piastrellati di maioliche colorate, a pochi metri dall’Aldoquin, la via principale di Puerto, rappresenta una tappa di assoluto relax durante un viaggio piuttosto convulso.
A Puerto in tre giorni abbiamo fatto un po’ di vita da spiaggia, una gita abbastanza simpatica a Zipolite, località decisamente naif una settantina di km a est; si dice che ricordi la condizione in cui si trovava Puerto Escondido qualche anno fa quando non era ancora una meta di moda. Abbiamo provato tre ristoranti tutti sull’Aldoquin; due gestiti da italiani, La Galeria (dove la carbonara è a regola d’arte), e Claudio (dove tutte le sere si proietta il film di Salvatores dedicato a Puerto Escondido), ma il meglio è sicuramente il Danny’s Terrrace direttamente sullla magnifica spiaggia di baia Principal, orlata di palme, dove una cena di pesce per 4, propina compresa, costa $680.
La propina, la mancia, nei ristoranti è praticamente obbligatoria perché rappresenta il guadagno dei camerieri e va calcolata intorno al 10% del conto; se si paga con la carta di credito la si aggiunge a penna sul foglietto dove c’è stampata la voce propina, altrimente si lascia sul tavolo il contante. La prima sera a Città del Messico, pur avendolo letto in parecchie guide, non ci pensavo e la povera cameriera non si capacitava della mia totale mancanza di acume: facendo riferimento al conto mi chiedeva: Serrado? Serrado? Intendendo, è chiuso così?, poi finalmente ha tirato un sospirone quando io ho intuito, e ho aggiunto la dovuta propina!
Altra gita a breve distanza da Puerto è la laguna di Manialtepec, dove in un pomeriggio in barca si vedono da vicino più uccelli che in una settimana in Camargue. Le gite partono da alcuni ristoranti ai margini della laguna e costano tutte uguali: $500 8 persone su una barca per un pomeriggio, compreso bagno finale (doppio considerato l’acquazzone preso al ritorno!). La Lonely da le indicazioni corrette per arrivarci, ma pur sbagliando la fermata del bus, si trovano altre possibilità per fare ugualmente l’escursione, facendo forse lavorare anche i barcaioli non indicati dalla mitica guida. Anche playa Zicatela, la lunga spiaggia battuta dalle impressionanti onde del pacifico, ha il suo fascino, e una mattinata a guardare i surfisti che cavalcano le onde rappresenta, per noi mediterranei, un modo insolito di stare al mare. Certo baja Principal dove si nuota insieme ai pellicani con lo sfondo da cartolina delle palme ha un altro fascino!
Ma anche la parentesi di Puerto Escondido è finita e ci attende un’altra notte in bus. Saldato il conto ($300-350 la camera doppia e $500 la quadrupla) e salutato la proprietaria dell’Hacienda Revolucion siamo partiti sotto un violento acquazzone tropicale.

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