Messico e Guatemala

Diario di viaggio

VALUTA:
Messico = pesos (p) Guatemala = quetzal (Q) USA = dollaro ($) Italia = Euro (€)
10p = € 0,81 10Q = € 1,10 $ 1 = 7,8Q $ 1 = 11p
(tutti i prezzi che andrò ad indicare sono cadauno, tranne gli alloggi che si riferiscono a camera matrimoniale per una notte)
Il nostro “giro” fai da te è durato 3 settimane: Messico del sud, Guatemala e un po’ di mare, sia sul Pacifico sia ai caraibi.
Vorrei ringraziare tutti coloro che prima di me hanno scritto e raccontato dei loro viaggi dandomi tanti consigli utili e soluzioni per organizzare il tutto.
Non mi dilungherò troppo nei racconti, ma più che altro voglio raccontare il nostro itinerario e dare alcuni consigli utili, rispondere a qualche dubbio o perplessità che spesso si ha prima di partire.
Innanzitutto ci tengo a dire, e a ribadire, che il periodo migliore per esplorare luoghi del genere non è certamente Agosto, ma non potendo prendere 3 settimane di ferie in un altro periodo dell’anno non ci siamo fatti troppi problemi a partire il 12 Agosto. E non ce ne siamo pentiti.
Quindi …. via!!!


Venerdì 12 Agosto: dopo aver confermato e pagato ad Aprile (!!!) i biglietti aerei, siamo partiti io e la mia morosa con Iberia da Bologna alle 7:00, scalo a Madrid (2h) e poi dritti fino a Città del Messico (11h30’) dove siamo arrivati alle 17:30. Qui sta il primo inghippo di partire in Agosto: il volo andata e ritorno (Bologna/Mexico-city e Cancun/Bologna) ci è costato la bellezza di € 1.100 a testa; bastava andarci in Luglio o Settembre e costava la metà. Inoltre occorre prenotare molti mesi prima perché i voli più economici, e il nostro lo era, si riempiono subito.
Appena arrivati a Città del Messico ha cominciato a piovigginare ma grazie a Dio non si è mai tramutata in pioggia vera e propria.
Ci siamo fatti venire a prendere in aereoporto dall’autista dell’Hotel dato che ci costava un po’ di meno del taxi e abbiamo potuto subito renderci conto della megalopoli in cui eravamo finiti.
L’ostello si chiama Hostal Moneda, a due passi dalla cattedrale e quindi dallo zocalo (la piazza di ogni città messicana); l’avevamo prenotato con internet da casa e ci è costato 170p per notte.
Dico subito che è un posto piuttosto spartano e “scassato” ma economico, spesso tutto esaurito. Noi avevamo una camera privata con bagno. Gli unici alberghi trovati pieni durante tutto il viaggio sono stati proprio gli ostelli.
Questo inoltre offriva colazione, cena e due gite a scelta con guida e mezzo di trasporto!!!
Il posto non era il massimo, ma è enorme la comodità di essere in piazza e a due passi dalla metro.
Una volta appoggiati gli zaini a terra (non ci sono armadi) siamo corsi a plaza Garibaldi a piedi, dove decine di mariachi suonano canzoni e serenate ai turisti di passaggio.

Sabato 13 Agosto: colazione sul terrazzo dell’ostello e via in metro (2p a corsa) fino al Terminal Norte dei bus. Qui abbiamo prima comprato i biglietti per Oaxaca per i giorni dopo e poi preso il pullman, costo 50p, che si reca in un’ora a “Teotihuacàn”, splendido sito archeologico con le piramidi (ingresso 38p).

Una volta entrati, abbiamo percorso a piedi i due Km del sito (per fortuna sotto al sole) e, giunti in fondo, abbiamo tentato di uscire da la, per vedere se c’erano autobus sulla strada e avevamo ragione. Ci siamo risparmiati così altri 2 Km per ritornare all’ingresso. Allo stesso costo siamo così tornati a città del Messico. Dopo pranzo abbiamo fatto una passeggiata nello zocalo, visitato la cattedrale e ci siamo infilati, per curiosità, nel mercato dietro al Palacio Nacional. Il mercato non è né caratteristico e né per turisti: è semplicemente il “loro” mercato. Comunque è a dir poco fantastico, enorme, colorato e Messicano. Pieno di gente e di carretti ambulanti, con odori più o meno buoni (!!); ad ogni incrocio partono vicoli e strade strapiene di bancarelle e, trasportati dall’ emozione, ci siamo inevitabilmente persi! Nulla di grave, basta chiedere per lo zocalo e il gioco è fatto. Cena sul terrazzo dell’ostello poi passeggiata serale fino alla torre Latino Americana. Pagato il biglietto si sale fino al 44° piano da dove si ha una vista mozzafiato di tutta la città illuminata.

Domenica 14 Agosto: colazione in una “panderia” del centro (quella dell’ostello non è il massimo) poi in metro fino al museo di Antropologia (38p). Molto bello e ricco di resti Maya.
All’uscita, dall’altra parte della strada, abbiamo assistito ad uno spettacolo di voladores. Devo dire che è stato piuttosto emozionante e non ci è mai più capitato di incontrarne altri. Trasferimento in metro più taxi al quartiere di Coyoacàn (la metro non ci arriva). I taxi sono comodi e veloci, ma occorre sempre chiedere il prezzo prima di salire anche perché bene o male sanno comunque farci sempre i conti. A parte Città del Messico, il taxametro non esiste e ognuno fa il suo prezzo…..ocio!! Questo è un quartiere carino, con i girdini pieni di mercatini caratteristici e bei localini. Si respira un’aria tranquilla e rilassante. Abbiamo pranzato in un ristorantino e fatto i primi acquisti messicani. Successivamente con il taxi si è raggiunta Plaza de toro dove si trova la più grande arena del mondo: 65.000 posti (di fianco allo stadio). Ero troppo curioso di vederla, ma non mi sarei mai aspettato che ci fosse stata proprio alla domenica una corrida alle 16:30. Come resistere, per 45p siamo entrati e abbiamo assistito per la prima volta a questo “discutibile” spettacolo. Certo lo spettacolo è un po’ crudele, ma abbiamo visto anche trionfare un toro ed uscirne vincitore, sulle sue gambe….il torero non proprio!


Comunque tutto fa folklore e anche questo è Messico. Dimenticavo, turisti presenti oltre a noi: zero! Terminata la corrida siamo ritornati all’hotel per la cena.
Voglio precisare che i 2300m di altitudine di Città del Messico fanno si che la temperatura è piuttosto gradevole: felpa alla mattina e alla sera, ma con il sole si sta piacevolmente in T-shirt.

Lunedì 15 Agosto: sveglia presto e giù in metropolitana (apre alle 6:00) fino al terminal Norte. Partenza per Oaxaca alle ore 7:30 con linea ADO (540Km, 6h) al costo di 320p. Primo contatto con questi autobus tanto blasonati e il giudizio è ottimo. Addirittura fanno il check-in dei bagagli con tanto di cartellino di riconoscimento e riconsegna da parte del personale. Molto professionali. Il viaggio è tranquillo, si sale in cima a montagne altissime e si possono scorgere vette innevate. Per la cronaca l’aria condizionata oscilla tra i 18°C e i 20°C. Appena arrivati ad Oaxaca ci siamo fatti portare da un taxista all’hotel Antonio’s, scelto a caso sulla guida e molto bello, a due passi dallo zocalo. Piuttosto costoso: 500p una notte senza colazione. Passeggiata per il centro e pranzo sotto i portici della piazza. Nel pomeriggio visita di chiese e del mercato coperto della città, bellissimo, turistico e locale allo stesso tempo, molto colorato e pieno di…. cavallette fritte!
Poco dopo si è rovesciato un’acquazzone violento che, terminato dopo un’oretta, ci ha ricordato di essere nella stagione delle piogge.
Durante la serata abbiamo anche assistito ad un’ inaspettato spettacolo pirotecnico davanti al sagrato della cattedrale per la festa dell’assunzione.
Anche in questa città, ben sopra ai 1000m, le temperature erano piuttosto fresche e solo con il sole pomeridiano si poteva sfoggiare la maglietta mezzamaniche.

Martedì 16 Agosto: dopo aver cercato invano di fare una colazione all’italiana (che pretese!) abbiamo deciso di organizzarci la giornata per conto nostro, evitando le agenzie viaggi. Il nostro obbiettivo era di andare all’albero del Tule e al sito di monte Alban. Nessuna agenzia le “trattava” nella medesima giornata e ad una o all’altra affiancavano altre escursioni per noi “perditempo”. Morale della favola abbiamo chiesto informazioni e siamo andati in taxi fino al terminal bus di 2° classe (è dalla parte opposta di quello ADO); da qui con un mini-bus locale siamo andati al vicino paesino di “El Tule” (1h) per ammirare l’albero più antico del mondo (secondo loro). In effetti è piuttosto mostruoso e bello. Si visita la chiesetta di fianco e non resta altro che fare una passeggiata per il piccolo paesino, pranzo e ritorno ad Oaxaca. Rimaneva di andare al sito e sempre dal terminal di seconda classe si è preso il pullman per il sito di Monte Alban (costo 38p), posto a qualche chilometro sopra la città, in montagna. Il sito, secondo noi, non è niente di eccezionale. Tra l’altro c’è rimasto ben poco e dopo aver visto Teotihuacàn è un po’ deludente. Dopo poco più di un’ora ritorniamo in città col taxi (per il pullman c’era troppo da aspettare). Nuovamente in centro si è passeggiato nelle vie piene di “cioccolaterie” (la città è rinomata per il cacao), le quali emanavano fantastici odori e facevano lavorazioni artigianali direttamente in negozio. Cena nello zocalo e alle 21:00 partenza per Puerto Escondido sempre con pullman ADO (costo 275p).

Mercoledì 17 Agosto: dopo 10h di curve e centinaia di km siamo arrivati a Puerto Escondido, alle 7:00 della mattina. Finalmente il Pacifico, finalmente il caldo torrido e umido. Subito un taxi fino all’ostello Mayflower, già prenotato con internet, costo 138p per una doppia con bagno. Appoggiati i bagagli ci siamo subito lanciati a spasso per il paese e devo dire che l’emozione era notevole, dopo anni che sognavo questo luogo finalmente c’ero arrivato. Il desiderio di raggiungere questa meta l’ho maturata, come molti, dopo il film di Salvatores e tutti i ristoranti italiani ne portavano traccia. Fatta la colazione in uno dei pochi bar aperti ci siamo incamminati verso la spiaggia, quella piccola del paese dove i pescatori arrivavano con le loro barche stracolme di pesce. Lentamente abbiamo camminato fino alla spiaggia di Zicatela, sempre lungo il bagno-asciuga, in una pace mattutina proprio rigenerante. Questa è la spiaggia più grande, ampia e lunga, dove le onde sono enormi e l’oceano Pacifico s’infrange con tutta la sua violenza sulla costa. Fare il bagno è impossibile…… e vietato! E come fanno vedere nei film, ecco i surfisti!!

Quelli veri, Americani, fustacchioni belli e muscolosi che la mia morosa ha tanto apprezzato. Certo che nella riviera romagnola delle robe del genere non le vedi spesso e prendere il sole con i “tuoni” delle onde è piuttosto eccitante. La spiaggia è piena di bar-ristoranti che mettono a disposizione lettini, ombrelloni e amache. Non pensiate di vedere sdrai di plastica e ombrelloni colorati perché è tutto piuttosto spartano e decadente, di legno e di paglia. Dicono che Puerto abbia perso il suo fascino da quando è stata scoperta dal turismo di massa. …..Mah che massa? Di turisti ce n’erano pochissimi, i ristoranti sempre vuoti e le spiagge pure! Non sono molto d’accordo con queste dicerie, il paese è ancora piuttosto spartano, “scassato” e assolutamente Messicano. Se qualcuno lo paragona a Playa del Carmen…..che Zeus lo strafulmini!! Nel pomeriggio si è rannuvolato e qualche goccia ci hanno fatto godere del relax di stare su un’amaca sotto ad una tettoia. Cena in paese da Claudio, ristorante italiano di pesce che proietta il film di Salvatores tutte le sere. Mitico!!
Dopo cena passeggiata per la via principale, piena di negozietti e bancarelle per turisti.

Giovedì 18 Agosto: Puerto Escondido; in taxi fino alla spiaggia di Carrizalillo, una piccola insenatura attrezzata e tranquilla dove si puo’ fare il bagno………. stando molto attenti. Pranzo in spiaggia e cena in paese.


Venerdì  19 Agosto: Puerto Escondido; mare e relax nuovamente a Zicatela, per ammirare per l’ultima volta le evoluzioni dei surfisti. Purtroppo il tempo non è clemente e fino a metà pomeriggio rimane nuvoloso. Alle 18:30 partenza notturna per San Cristòbal de las Casas, costo 348p (650Km 14h). Strada tortuosa.

Sabato 20 Agosto: alle 8:00 arrivo a San Cristòbal de las Casas; subito alla stazione dei bus ci viene incontro una dell’Hotel Maria Elena, ovviamente per addescarci. Dice che è vicino allo zocalo, solo 7 quadre (… ma quant’è una quadra?) e 5 minuti a piedi, costo 150p per notte. OK, convinti ci fa portare gratuitamente da un taxi e, a parte il materasso, l’Hotel è carino e ristrutturato da poco. Poco dopo, andando in centro, ci rendiamo conto di quante sono 7 quadre: 2 Km!! Alla faccia dei 5 minuti. Dato uno sguardo veloce allo zocalo ci siamo diretti al mercato: finalmente Chiapas, finalmente tante belle cose veramente economiche. Oltre al mercatino per turisti, merita proseguire sulla stessa strada per giungere in cima al mercato della frutta e verdura, veramente bello, caratteristico e colorato. Solita visita al centro, alle belle chiese barocche e prenotazione alla agenzia viaggi per l’escursione del giorno dopo. I villaggi indios di Zinacantan e San Juan Chamula, con furgone per 130p. Nello zocalo, sotto ai portici, c’è una bella agenzia viaggi che però è ovviamente la più cara del paese. Invece, lungo la strada alla sua sinistra, vi sono molte piccole agenzie che propongono gli stessi itinerari a minor costo (dai 20p ai 50p in meno).


Domenica 21 Agosto: in mattinata partenza con mini-bus dell’agenzia viaggi verso il villaggio indios di Zinacantan. Qua ci portano in un cortile dove delle ragazzine fanno al telaio delle belle coperte colorate e altri tessuti caratteristici del Chiapas. Sempre li, all’interno di una casupola di terra e grasso, una bambina fa vedere ai turisti come si fanno le tortillas a mano, con tanto di fuoco e teglia per la cottura. Subito la guida ci tiene a dire che queste persone sono li apposta per farsi fotografare, senza problemi e senza dover minimamente e obbligatoriamente comprare qualcosa. E allora via, le decine di turisti cominciano a scattare foto, mille flash, baci, abbracci e sorrisi forzati, una messinscena che a me, sinceramente, faceva ricordare lo zoo, con gli animali in gabbia, da ammirare e fotografare….senza pericolo. C’è da dire che in Chiapas (e in Guatemala), le persone sono molto diffidenti nei confronti di chi li vuole fotografare. Alcuni sono convinti di farsi rubare l’anima, altri, con la stessa convinzione, sono altrettanto convinti che con 10p o una pepsi comunque il problema dell’anima si possa risolvere…..i miracoli del turismo! Dopo circa due ore si riparte verso San Juan Chamula. Entrambi i paesi sono molto vicini a San Cristobal.
Qua ci fanno visitare prima il cimitero, poi tutti in piazza. E’ domenica, e solo oggi c’è il mercato. La famosa e mistica Chiesa di San Juan Chamula è li davanti a noi. Molta attenzione alle foto in giro e assolutamente vietate dentro; le cartoline che ritraggono l’interno però ci sono e vanno a ruba. Finalmente si entra e lo “spettacolo” è notevole. Fumo, incenso, centinaia di candele a terra. Il pavimento è ricoperto di aghi di pino e le diverse persone in ginocchio pregano con una continua cantilena. Galline sgozzate e pepsi cola ovunque, immagini di Santi e statue cristiane. Vecchi, giovani, uomini e donne, tutti intenti a fare rutti, per liberare l’anima dai peccati. Un’atmosfera da brividi, dove le tradizioni Maya si sono fuse con la religione Cristiana, che piaccia oppure no. Veramente molto suggestivo.
Anche in questo paesino c’è un piccolo mercatino turistico.
Ritorno a San Cristobal nel primo pomeriggio. Poco dopo inizia a piovere e non da tregua fino al giorno dopo. Le strade che vengono giù dalla collina sono fiumi in piena e guadarli è piuttosto spiacevole.
Certo, la stagione delle piogge si chiama così per un motivo! I locali però, ci avevano rassicurato che tutto si risolve con brevi acquazzoni serali, che non c’è da preoccuparsi.
Le ore passano e continaua a piovere forte, fortissimo. Si fa freddo.
Veniamo a sapere da un’Italiano, gestore di una pizzeria, che in tanti anni un’acqua così non l’aveva mai vista, era strano…..che culo!!!
Alla sera prenotiamo per l’escursione del giorno dopo a Palenque, con visita delle cascate di Agua azul e Misol-ha. Costo 270p.
Speriamo che il meteo sia clemente.

Lunedì 22 Agosto: partenza alle 6:30, sotto all’acqua, con minibus e prima sosta, dopo qualche ora, alle cascate di Agua Azul. Causa la pioggia l’acqua è torbida e impetuosa, altro che azzurra. Di nuovo in marcia verso Misol Ha, una bella cascatona alta 30 metri. Dopo un’oretta ultima fatica e visita al sito Maya di Palenque. In tutto sono 220Km di tortuose montagne, attraversando foreste e villaggi zapatisti, gli abitanti sono poveri e le capanne ne sono la testimonianza. Un posto di blocco militare lungo la strada ci ricorda che comunque siamo in Chiapas.

Il sito è strepitoso, avvolto da una foresta che non da tregua, intenta a divorare tutto. Spunta un po’ di sole ed un’umidità del 90% rende tutto appiccicoso. Le urla delle scimmie urlatrici riempiono l’aria, ma dal tono della voce più che scimmie sembrano veri e propri gorilla. Attenzione ai cartelli che indicano la salida (l’uscita), perché non vi ritroverete al punto di partenza, ma fuori, sulla strada asfaltata ad 1,5 Km più a valle rispetto l’ingresso. A noi è successo! Fortunatamente passano pulmini che con qualche pesos ti riportano all’entrata.
Tutti i biglietti d’ingresso ovviamente li ha pagati l’agenzia. I pranzi no.
C’è da dire inoltre che oggi non avevamo una guida, il giorno precedente sì anche se in spagnolo o inglese.
Il ritorno dura quasi 5 ore, in mezzo ai monti si scatenano acquazzoni allucinanti, dalle montagne vengono giù torrenti…. e massi! La visibilità è ridotta a zero, e delle innumerevoli topes ci si accorge sempre all’ultimo istante. Evviva la stagione delle piogge!
Si arriva a San Cristobal alle 21:30, ovviamente piove.
Siamo cotti, desolati e andiamo a letto.
Il Chiapas è bello, ma a noi rimarrà soprattutto il ricordo della pioggia e delle nuvole nere.
Non abbiamo un giorno in più per visitare il Canyion Sumidero, da alcuni apprezzato, da altri criticato.

Martedì 23 Agosto: ore 7:30 partenza per il Guatemala con pullman ADO, 88p e 4h (106Km) fino al confine. Si arriva in fondo al Chiapas, percorrendo una strada tranquilla e veloce.
Purtroppo un brivido ci viene quando arriviamo sul luogo di un incidente: un pullman ADO si è infilato rovinosamente nel fosso!! Probabilmente l’autista si è addormentato, è visibilmente scosso e disperato. Per fortuna nessuno si è fatto male e la gente viene trasbordata sul nostro autobus.
Arrivati in frontiera si scende e ci si dirige subito all’ufficio messicano addetto ai timbri e pratiche varie. Nulla da pagare.
Poi bisogna salire su dei taxi arancioni che ti portano, con 10p, fino al confine del Guatemala; sono 2 Km di strada, in terra di nessuno!
Si arriva quindi in dogana, a la Mesilla. L’impatto è notevole, caos totale, macchine e bus scassati, terra e polvere ovunque. Subito all’ufficio per le pratiche di frontiera, e richiesta di 30p da parte del funzionario che fa cadere i soldi casualmente nel taschino della sua camicia. Sulla strada ci sono brutti ceffi che cambiano abusivamente i soldi ai turisti. Ovviamente il cambio non è dei migliori, ma è meglio sorvolare e cambiamo così $100 per un minimo di disponibilità. Ci danno 700Quetzal (i giorni dopo 750!). Purtroppo non c’è soluzione, anche perché da subito gli autobus si pagano in Quetzal.
Noi turisti siamo veramente pochi e l’autista, riconoscendoci al volo, ci invita a salire velocemente sul bus, tanto l’itinerario è sempre quello e loro lo sanno bene. Altro che ADO, qui la musica cambia e gli autobus sono vecchi scuola-bus americani degli anni 50, scassatissimi.

La strada è presto interrotta per una frana, e dopo un’ora di fila si riesce fortunatamente ad oltrepassare l’ostacolo. Dopo ore di curve si arriva a Huehuatenango. Non preoccupatevi di dover sapere dove e quando cambiare. Fanno tutto loro. L’autista si rivolge a noi e velocemente ci fa scendere. Non arriviamo a capire che cavolo fare che un altro autista dall’altra parte della strada ci chiama sul suo bus. Bagagli che volano da un tetto all’altro e soste che sfiorano il secondo!! Questo succederà altre due volte. Dopo 7 estenuanti ore (220Km) e 53Q arriviamo a Panajachel sul bel lago Atitlan.. Scegliamo un albergo sulla guida: hotel Larry’s a due passi dalla strada principale (150Q).
Poco dopo, un breve scroscio d’acqua: cominciamo bene!

Mercoledì 24 Agosto: alla mattina è sempre sereno e la vista dei 3 vulcani è ottima.

Prendiamo una lancia pubblica e andiamo prima a Santiago poi a San Pedro. Per distinguere le barche private da quelle pubbliche è un po’ un casino. Non è che c’è una biglietteria, tabelle orarie, ecc. Ci sono i barcaioli che ti urlano di saltare sulla loro barca. Pubblica, privata, ognuno dice la sua, ognuno fa il suo prezzo. Quelle pubbliche sono più grandi, lente ed economiche. Ma se mancano poche persone per riempirne una privata ti invogliono a salire su facendoti lo stesso prezzo della pubblica. Poi te ti siedi di fianco a uno che è salito 5 minuti prima e ha speso il triplo! Insomma, la situazione non è proprio chiara, ma dopo un po’ si comincia a capire. Se poi ci metti che le barche partono da un’imbarcadero ma quando arrivano, arrivano in uno a centinaia di metri, la confusione aumenta. Calma e sangue freddo, i paesini sono bellissimi. Santiago è pieno di bancarelle, tessuti e colori.
San Pedro pieno di localini e alberghetti.
Le barche girano fino alle 18:00 e verso sera, quando si fa di nuovo nero, si torna a Pana. Pioviggina dieci minuti poi smette.
Il paese è pieno di agenzie viaggi che propongono le classiche escursioni del Guatemala: tutte hanno prezzi identici. Ne prenotiamo due contemporaneamente, giusto per avere un po’ di sconto.
Per Chichicastenango e Antigua (solo il trasferimento).

Giovedì  25 Agosto: ore 9:00 partenza con il mini-bus verso il mercato di Chichicastenango che c’è il giovedì e la domenica. (50Q).
1h di curve e salite mozzafiato fino al paesino con il più grande e folkloristico mercato indio del centro America.

Stupefacente, anche il cimitero è tutto colorato. Da non perdere la chiesa di San Thomas che dentro ricorda quella di San Juan Chamula. Partenza alle 14:00 per Panajachel.

Venerdì  26 Agosto: ore 8:00 partenza per Antigua sempre con mini-bus al costo di 60Q (1h 30’ 110Km). Sistemazione all’hotel Santa Lucia n°3 per 150Q a notte. Prima passeggiata per il centro e visita al mercato locale e al mercato per turisti: sempre le solite cose. Cena al ristorante casa Escobar, con deliziosa carne alla brace.

Sabato 27 Agosto:
visita ad Antigua, chiese, monasteri, rovine e musei. La città è molto bella con i suoi vulcani attorno, ben tenuta, ma dopo un giorno la si è visitata tutta. Si cerca un’agenzia per il trasferimento a Città del Guatemala da dove si dovrà prendere l’aereo per Cancun: si va ai caraibi!

Domenica 28 Agosto:
ore 8:00 partenza con mini-bus per l’aereoporto di Città del Guatemala (45’ 50Km).
Partenza alle ore 10:00 con linea TACA al costo di € 210,00 ; il biglietto l’avevamo prenotato da casa ma non ce ne sarebbe stato bisogno. L’aereo è pieno per un terzo. Breve scalo a Flores (per chi vuole andare a Tikal) e atterraggio a Cancun alle ore 14:00 locali (+1h). Usciamo dall’aereoporto e ci sembra di essere capitati in un girone dell’inferno di Dante. Tanti Americani, centinaia di persone che ci assalgono per proporre hotel, bus, ristoranti, discoteche, night, parchi giochi, parchi acquatici, parchi canyon, parchi, parchi e ancora parchi!! Tutti si rivolgono a me in inglese (sono alto e biondo), si appoggiano, mi tirano, io sono Italiano, romagnolo DOC, cazzo voleteeee!! Statemi lontani!!!!!!!
Trasferimento in pullman ADO fino a Playa del Carmen dove siamo costretti a perdere un’ora per la coincidenza per Tulum. In questa ora ne approffittiamo per una breve passeggiata nella via principale. Ahi me!
Avete presente Rimini? Peggio ancora! Ci chiediamo se siamo in Messico o abbiamo sbagliato strada. Per curiosità chiedo qualche prezzo di cose che vedo nei negozi, le stesse acquistate in Chiapas o Guatemala (…le fanno la). I prezzi sono quadruplicati o peggio ancora. Gli vomiterei volentieri in faccia, fanno i fenomeni e mi concedono sconti di 10 o 20 pesos. Li mando a cagare tutti e me ne torno alla stazione delle corriere pregando che mi portino via di qua al più presto possibile.
In pullman siamo gli unici turisti e il fatto di andare a Tulum sembra quasi…inconsueto! Inizia a diluviare e dopo 3h da Cancun arriviamo in paese (con linea Mayab) alle 18: 00 (132Km da Cancun).
Vogliamo andare alle capanne di Don Armando (ora ha cambiato nome), prendiamo un taxi che ci porta fin la. Sono lontane dal paese, ma sono sulla spiaggia. Per la prima volta ci viene risposto che di libere non ce ne sono. Continua a piovere, è buio. E adesso? Taxista portaci in un altro posto con capanne; uno è pieno, l’altro caro ammazzato, un altro ancora non ha la spiaggia: e secondo te vengo ai caraibi per stare steso sopra agli unici 50metri di scogli di tutta Tulum?
Presi dallo sconforto e dalla stanchezza ci facciamo portare nuovamente in paese in un hotel economico. Hotel Acquario (vicino alle rovine, lontano dal mare e dal paese!....Comodo!) 400p a notte, senza colazione. Porca vacca, si vede che siamo nello Yucatàn! Una cena veloce (altro furto) e poi a letto, incazzati neri.

Lunedì 29 Agosto: ci svegliamo con l’obiettivo di trovare entro le 12:00 una capanna. Facciamo una passeggiata fino alla spiaggia. Nel giro di mezz’ora la troviamo. Santa Fè, tra il sito Maya e Don Armando. Le più economiche, 130p, ma le più malandate, non tanto come capanna (nella media di tutte le altre), ma come bagni (maltenuti e con ….. secchio), il bar-ristorante piuttosto malconcio e lozzo! Ma chi se ne frega, basta andare in spiaggia e passa tutto. Sabbia bianca come borotalco, acqua cristallina, palme e soprattutto il sole!!
Tulum non ha certo spiagge attrezzate, non c’è nulla. Se vuoi l’ombra bisogna che ti trovi una palma, se ti vuoi stendere, sdraiati in terra.
Pochissima gente, pace e tranquillità.
In paese ci sono molti ristorantini e i taxi vogliono dalla spiaggia al paese 35p.
Per non andare in paese, c’è un ristorantino sulla spiaggia prima del Don Armando, si chiama Don Cafeto: è buono ed onesto.
Molti dicono che le capanne sono diventate care, vanno di moda tra i giovani, sono sempre piene e se le fanno pagare: è vero.
E’ anche vero che non c’è il pavimento, passa la luce tra i tronchi delle pareti, passa la sabbia, gli animali e le zanzare (per queste c’è la zanzariera).
Un topolino di notte ci ha mangiato i biscotti della colazione. Nella doccia abbiamo trovato uno scorpione, tra le capanne passeggiano iguane e granchietti. Questa è la foresta, queste sono le capanne di Tulum. Non c’è luce elettrica, mai! Non c’è acqua calda. Però andare a letto con la morosa a lume di candele, addormentarsi con il rumore delle onde e il fruscio delle palme, svegliarsi alla mattina e buttarsi a mollo non ha ugali. E’ semplicemente fantastico e romantico. Alla mattina arrivano in spiaggia i pescatori, puliscono e vendono il pesce.
A Tulum l’unica cosa da fare è semplicemente il “niente”, riposarsi e rilassarsi!


Martedì 30 Agosto: Tulum; mare e relax. Alle 12:00 si parte in barca per fare Snorkelin alla barriera corallina di fronte a noi. 100p a testa per un tempo di 3h, attrezzatura, 2 banane ed un po’ d’acqua. La bellezza non è proprio straordinaria, ma ci si passa un po’ di tempo.

Mercoledì 31 Agosto: Tulum; partenza alle ore 10:00 dalla stazione dei pullman per il parco naturale di Xel-Ha. Pullman di linea. Ingresso 550p , da aggiungere poi quelli per l’armadietto e l’attrezzatura per lo Snorkelin. La baia è carina e tra iguane, fiumi e pesci colorati si arriva piacevolmente a sera. Pranzo al fast-food interno al parco. Ore 18:00 uscita e ritorno a Tulum.
Diciamo la verità, non è che sia il posto più bello del Messico e, sicuramente, non è il più economico; però è uno di quelli con il maggior numero di Americani!
Ceniamo in paese al ristorante italiano “Nero di sole” il quale ha anche delle camere carine e non care.

Giovedì 01 Settembre: Tulum; ultimo giorno di mare e neanche a dirlo, sta nuvoloso mezza giornata con acquazzone compreso.
Le cose da fare sulla Riviera Maya sono veramente tante e se uno le volesse fare tutte, in 15 giorni non ti rimane neanche il tempo per un giorno in spiaggia.
Cenote di tutti i prezzi e le difficoltà, siti Maya con Chichen Itza e Tulum in testa, biosfera di Tulum, parchi acquatici e non, barriera corallina, ecc.


Venerdì  02 Settembre: Tulum, ore 7:30 ultimo bagno ai caraibi e trasferimento a Cancun. Pullman ADO alle 10:00 (132Km) dalla stazione dei bus, sosta a Playa e arrivo all’aereoporto. Ore 16:30 partenza per Città del Messico con Mexicana (2h). Ore 20:30 partenza per Madrid con Iberia (11h).

Sabato 03 Settembre: Arrivo a Madrid alle 14:30 locali e alle 16:00 partenza per Bologna. Arrivo alle 18:00.
Iberia, a differenza di altre persone, a noi ci ha soddisfatto, sempre puntuale e corretta.

Traendo delle conclusioni posso dire che il viaggio è stato fantastico, bellissimo ed eccitante.
Agosto non è il periodo migliore, ma se è l’unico periodo per voi disponibile non esitate ad andare via. Non credete a quello che vi dirà la maggior parte della gente. Sono quelli che normalmente hanno fatto 10 giorni a playa del Carmen e sono convinti di essere stati in …Messico. Non sanno che la maggior parte del territorio è in montagna, 1000 o 2000 metri, la mattina e alla sera è fresco, altro che afa. Il vero caldo è solo al mare e non è poi così peggio dell’afa che avvolge la pianura Padana in Giugno e Luglio. Le piogge ci sono, ma solo ogni tanto.
A parte lo Yucatàn, il Messico è economico e il Guatemala ancora di più.
Si viaggia bene, comodi, organizzati e sicuri. C’è la stessa delinquenza che ci può essere nelle grandi città Italiane. Basta non essere incoscienti e sprovveduti.
La carta di credito serve, ma a mio avviso solo per sicurezza. Prendete su €1000 in contanti ($ per il Guatemala), cambiateli tutti appena arrivati in aereoporto e spenderete sempre meno. Se pagate con le carte vogliono sempre il 5% in più: alberghi e ristoranti. Senza contare che nei posti più economici non sanno neanche come funziona! Per fare bancomat bisogna innanzitutto trovarlo, sperare che sia in funzione e poi fare la fila. Ovviamente commissioni su commissioni. Prelievi massimi da 3000p.
Escluso i voli (€1300 a testa con assicurazione) abbiamo speso €850 a testa, tutto compreso.
Ad Agosto di turisti ne abbiamo incontrati veramente pochi (tranne nello Yucatàn), mai un albergo o un ristorante pieno.
I pullman è meglio prenotarli appena si arriva alla stazione dei bus, perché fino a due giorni prima non c’è problema, ma all’ultimo momento comunque si riempiono. In fondo, non è che poi sono così numerosi. Il Messico è una cosa, la riviera Maya è un’altra.
Andate in Messico e in Guatemala……ma girate il più possibile.

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