Guatemala - Messico

Diario Parte 4

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Il confine corre proprio lungo il fiume Usumacinta, ci imbarchiamo, dunque, su una barca attraverso i rapidi mulinelli che ci fanno capire che i giubbotti salvaggenti sono tutt’altro che turistici. Questa frontiera c’era stata sconsigliata in Italia perché la zona è frequentata dai trafficanti di droga e questo spiega i tanti posti di blocco dell’esercito che ci fermano. Arrivati sull’altro lato del confine aspettiamo tantissimo tempo in mezzo a una rigogliosa foresta per prendere il pullman che, attraverso una strada lunga e sterratissima, ci porta a Flores. Durante il tragitto passo il tempo a stupire vari bambini col mio swatch coloratissimo che suona pure una musichetta che fa ridere e spalancare i loro occhioni.
La camera d’albergo non è granch’è ma ormai ci siamo abituati a tutto. Già, forse non a tutto, visto che quando torniamo dalla cena troviamo la camera allagata coi bagagli zuppi e le cucarachas (scarafaggi giganti) che cercano di mettersi al riparo.
Cerchiamo di asciugare quel che si può e andiamo a letto presto visto che il giorno dopo la sveglia è alle 4 per andare a vedere l’alba al sito archeologico di Tikal.
Proprio quando il fuso orario era stato superato e riuscivamo a non andare più a dormire alle nove di sera e a svegliarci all’alba ecco che ci tocca sconvolgere di nuovo i nostri ritmi. Sveglia alle 4, ma se avessimo minimamente immaginato quello che ci aspettava non ci saremmo certo lamentati per l’alzataccia e forse neanche addormentati per l’emozione.
Il Pulmino ci lascia nel buio della notte nel parcheggio del sito dove ci aggiriamo sperduti insieme ad altri turisti per capire dove dobbiamo andare. Non abbiamo una guida, né una torcia e così quasi a tentoni ci incamminiamo per un sentiero nella foresta sapendo solo che dobbiamo raggiungere la cima del tempio numero quattro per vedere una delle albe più spettacolari della nostra vita.
Finalmente troviamo il tempio e ci arrampichiamo per la scala di ferro che lo affianca.
Arrivati in cima è ancora buio e ci sediamo con altri turisti per salutare il giorno.
Decidiamo di fare colazione e tiriamo fuori il nostro ciambellone al profumo di banana, così buono da attirare un coati, una specie di orsetto dal muso carino, che subito ci lascia a digiuno.
E all’improvviso eccola, tra un incredibile schiamazzo di scimmie urlatrici e il canto di migliaia di uccelli, l’alba, il sole che lentamente lambisce la foresta scoprendo le cime dei templi che sovrastano gli alberi. Uno spettacolo che non dimenticheremo mai!
Partiti da Tikal, attraversiamo di nuovo il confine per entrare in Belize, dove secondo i nostri piani dovremmo passare qualche giorno su un’isoletta immersa nel bellissimo mare caraibico.
Un temporale furioso ci fa cambiare idea e così lasciamo questo paese particolare che ricorda un po’ la Jamaica per il colore dei suoi abitanti e per le case colorate costruite su palafitte.
Torniamo in Messico, desiderosi di finire il nostro viaggio su una spiaggia sul mar dei Carabi, e così ci dirigiamo a Tulùm, a dormire nelle famose Cabañas Don Armando, capanne costruite sulla spiaggia dove il contatto con il mare è totale. Il posto è incredibile, proprio a ridosso delle rovine Maya, con le Iguana che si scaldano al sole e un mare dai colori turchesi.
Purtroppo non siamo molto fortunati con il tempo, visto che la pioggia non ci da tregua, così decidiamo di trasferirci a Playa del Carmen, molto più turistica, ma che in caso di pioggia offre qualche passatempo in più.
Playa è una località di mare in frenetica espansione edilizia, dove i cantieri di nuovi alberghi fanno da sfondo ad un bellissimo mare.
Ci concediamo un’escursione a Isla Mujeres, un’isoletta di fronte a Cancùn proprio sulla barriera corallina.
Qui passiamo una giornata a fare snorkeling , a crogiolarci al sole sdraiati su una bellissima spiaggia di sabbia bianca, all’ombra di alte palme, e a scoprire angoletti nascosti a bordo di motorini noleggiati.
Abbronzati, seduti su una spiaggia di Playa con i cormorani che sguazzano nell’acqua, lasciamo scorrere nelle nostre menti le immagini di un mese di viaggio. Un lungo percorso, intenso, fatto di luoghi, persone, colori, animali, scoperte!
Il taxi ci aspetta per portarci a Cancùn, dove ci incontreremo con Claudio, di ritorno da Cuba, per partire alla volta dell’inverno italiano.

 

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