Europa centrale in moto

Diario di viaggio

6 Agosto 2005: carichiamo la moto con il bagaglio indispensabile x un viaggio di 12 giorni e partiamo. L’autostrada che porta a Trieste è piena di macchine in coda, quasi tutte dirette in Croazia, ma unendoci ad altri motociclisti che procedono lentamente sulla corsia di emergenza riusciamo ad arrivare facilmente al confine. Una volta entrati in Slovenia, facciamo una tappa alle meravigliose grotte di Postumia, visitabili per una parte su un trenino e per il resto a piedi. Rimontiamo in moto e procedendo in direzione di Lubiana ammiriamo il paesaggio di boschi e colline che ci scorrono intorno. Lo splendido sole di Agosto lascia il posto alle prime gocce di pioggia di un imminente diluvio e quando arriviamo in serata a Trojane, un piccolissimo paese a 40 km dalla capitale, ci rilassiamo in un grazioso albergo gustando la tipica cucina slovena con l’immancabile zuppa di funghi.

La pioggia ci accompagna per tutta la mattina seguente e dopo un fiscale controllo alla frontiera croata attraversiamo una campagna in cui vediamo persone che vagano in bicicletta con sguardi inquietanti, case con balconi senza ringhiere, paesi in stato di degrado,probabilmente stiamo attraversando la parte più arretrata di questo paese tanto gettonato per le sue coste adriatiche. Giunti in territorio ungherese,decidiamo di percorrere la sponda nord del lago Balaton, meta di gite domenicali e località di villeggiatura.

In serata arriviamo a Budapest e alloggiamo in una panziò (pensione) dove ci aspetta una minuscola ma carinissima camera ricavata nel sottotetto. Il giorno dopo visitiamo la capitale magiara:partiamo dal castello nella zona alta di Buda, proseguiamo per il famoso ponte delle catene, arriviamo a Pest dove proviamo ad entrare nel Parlamento ma l’ingresso è possibile solo per i gruppi in visita guidata,quindi andiamo a passeggiare sull’isola Margherita. Considerata la vastità dell’isola decidiamo di noleggiare una macchinina elettrica ma ci accorgiamo che una coppia di ragazzi ha appena preso l’ultima disponibile e ripieghiamo quindi su un artigianale pedalò (due bici saldate insieme a cui sono stati aggiunti un sedile,una tettoia di tela ed un volante). La giornata seguente è dedicata alle terme, presenti nella città dai tempi dei Turchi; alla reception della pensione ci consigliano le terme Gellert dove ci dirigiamo entusiasti dopo avere comprato due costumi da bagno al Mammut,un centro commerciale composto da due palazzi di sette piani collegati da un ponte-corridoio sospeso sul viale sottostante. Le varie vasche con acque termali e la piscina con le onde ci fanno trascorrere una giornata insolita,piacevole e rilassante, la prima dopo tre giorni di autostrada, camminate e pedalate. Uscendo rinvigoriti ed essendo le terme dalla parte opposta di Buda rispetto alla nostra pensione,decidiamo di tornare a piedi per poter scoprire un altro pezzo della città: saliamo alla Cittadella, dopo aver visitato una suggestiva chiesa ricavata nella roccia, e scattiamo alcune foto panoramiche a questa capitale divisa in due dal bel Danubio non più blu;

dopo cena dall’alto dei bastioni del castello (di sera non si paga l’ingresso) concludiamo il nostro soggiorno ammirando la città illuminata.
La giornata successiva è dedicata al trasferimento in moto Budapest-Cracovia attraversando il centro della Slovacchia. Durante una sosta al distributore di benzina incontriamo un motociclista milanese e dopo qualche chiacchiera ci informa che la strada che stiamo percorrendo non porta in Slovacchia ma in Romania. Dopo averlo ringraziato per la preziosa informazione andiamo a prendere la giusta strada e dopo poche ore ci troviamo immersi nel meraviglioso paesaggio montuoso slovacco fatto di boschi,prati,castelli e ampie strade che allietano il nostro viaggio.
Superata la frontiera, il primo chilometro di terra polacca è accompagnato dalla vista dei monti Tatra, tanto amati da papa Wojtyla quando ancora sacerdote amava fare escursioni insieme ai suoi giovani.

Arrivati a Cracovia,cerchiamo Kazimierz, il quartiere ebraico abbandonato dopo l’occupazione nazista poi riscoperto da Steven Spielberg che vi ambientò “Schindler’s list”. Nell’albergo da noi prenotato troviamo ad accoglierci una ragazza scortese, cafona e a dir poco scocciata dalla nostra presenza; ci accompagna in una camera fredda, buia, con una misera finestrella e un letto matrimoniale sul quale giace un’altrettanto misera copertina da letto singolo. Espongo alla ragazza tutto il nostro malcontento facendole notare, prenotazione alla mano, che manca tutto ciò che viene descritto nel sito dell’albergo, soprattutto non c’e’ il parcheggio coperto per la moto (che di pioggia ne aveva già presa e ne prenderà fin troppa). Considerando che avevo prenotato con tre mesi di anticipo e che la discussione si stava facendo seria, usciamo dall’albergo, ci guardiamo intorno e ad alcuni metri vediamo l’insegna di un hotel a tre stelle nel quale entro e chiedo una camera che mi viene educatamente proposta. Senza quasi badare al prezzo rientriamo nello squallido albergo dell’arrogante ragazza, prendiamo i bagagli, usciamo e con un deciso “no payment!” chiarisco che non avrei pagato un solo zloty (moneta polacca)! Il giorno dopo è interamente dedicato alla visita di Cracovia: una città splendida, viva e allo stesso tempo tranquilla,dove si respira religiosità e tradizione.

Lungo le strade si vedono poche immagini di Giovanni Paolo II, esposte sempre con rispetto e discrezione, mai come fenomeno commerciale. Il Wawel, composto dalla cattedrale e dal castello,è uno dei simboli della città insieme alla chiesa di Santa Maria e alla piazza grande del mercato dove per tutto il giorno fino a tarda sera si esibiscono artisti, mimi, pittori, cantanti. Siamo consapevoli di trovarci in un paese economicamente povero ma ricchissimo di cultura, di storia, di iniziativa, un paese forte, veramente emergente e degno di far parte dell’Europa più progredita. La mattina seguente andiamo ad Oswiecim, un paese a 60 km da Cracovia, in cui si trova il campo di concentramento di Auschwitz. Ogni anno migliaia di visitatori entrato in questa ex caserma polacca perfettamente conservata e oggi divenuta un museo ad ingresso gratuito,dove ognuno può immaginare le atrocità compiute dai nazisti. Nel pomeriggio ci spostiamo di un paio di chilometri per arrivare al campo di Birkenau dove ci si presenta davanti la famosa torre sotto alla quale entravano ogni giorno i treni provenienti da tutta Europa con migliaia di deportati. Questo campo è immenso, non si vede dove terminano le lunghe file di baracche,metà delle quali sono ormai crollate in quanto questo lager non ha subito restauri ma è stato lasciato nelle condizioni in cui fu trovato dall’Armata Rossa il 27 Gennaio 1945 quando entrò senza trovare i nazisti da poco fuggiti. Concludiamo la giornata con un’ottima cena in un ristorante nella piazza grande del mercato a Cracovia pagando un “salatissimo” conto pari a 13 euro.
Il giorno successivo si riparte e poco dopo aver salutato la graziosa Cracovia passiamo per Wadowice, un piccolo paese dove il 18 Maggio 1920 nacque un bimbo chiamato Karol che sarebbe diventato un uomo molto conosciuto…
Accompagnati dalla pioggia attraversiamo un breve tratto di Repubblica Ceca per poi rientrare in Slovacchia dove nel tardo pomeriggio arriviamo a Bratislava. Dopo un velocissimo giro in centro ed essere transitati sull’avveniristico ponte, entriamo in Austria dove distratti dai numerosi impianti eolici sparsi per la campagna prendiamo una multa per eccesso di velocità dalla fiscalissima Polizei. Giunti a Vienna entriamo nell’albergo prenotato dove troviamo alla reception un individuo dall’aspetto tutt’altro che austriaco; la struttura dell’edificio ricorda i palazzoni sovietici di Berlino est e l’enorme camera con una spessa moquette e la radio (non funzionante) incorporata nel letto di pelle nera creano un’atmosfera da hotel a ore. Trascorriamo due giorni a visitare la città: il duomo, Hofburg con il museo della principessa Sissi, Schonbrunn, lo zoo, il Prater e tanto altro.

Durante il ritorno verso l’Italia,poco prima del confine prendiamo altre due multe che ci convincono di quanto gli italiani sono simpatici alla polizia austriaca. Arrabbiati e con le tasche quasi prosciugate facciamo l’ultima tappa a Maranza, accogliente località della val Pusteria per arrivare il giorno seguente a Parma dove concludiamo la nostra vacanza motociclistica.

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